Progettazione elettronica e sviluppo di sistemi per automazione
industriale, programmazione firmware, software e PLC
 
   
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La filosofia originaria fu quella individuare un linguaggio che potesse essere considerato “naturale” dai tecnici addetti all'automazione, i quali erano abituati ad avere a che fare con circuiti a relè.

Per far questo era quindi necessario che gli schemi di progettazione ricalcassero: significato fisico e funzionamento di componenti e circuiti reali. La natura di questo parallelismo è messa in luce nelle slide seguenti, ove è rappresentato un sistema costituito da due ingressi (interruttori: ‘I1.0’, e ‘I1.1’) ed un'uscita (lampada ‘O4.0’).


  • Dalle associazioni appena presentate, si evince quanto segue:
  • Gli interruttori sono utilizzati per simulare lo stato degli ingressi.
  • I condensatori sono utilizzati per rappresentare i contatti dei relè.
  • Le sigle alfanumeriche associate a condensatori e bobine, hanno lo scopo di segnalare le reali corrispondenze tra questi due aspetti di un unico elemento fisico: il relè.
  • Le bobine rappresentano, dal punto di vista logico, degli elementi in grado di memorizzare il passaggio di corrente, attraverso il posizionamento di un interruttore.
  • Le lampadine stanno a segnalare le uscite (o le periferiche a loro collegate), e saranno da considerare attivate solo nel caso in cui siano attraversate da corrente.
  • Il calcolo di funzioni logiche implementate su pioli diversi è intrinsecamente parallelo (il passaggio di corrente non può avere una logica sequenziale).
  • Attraverso questa simbologia, abbastanza semplice da maneggiare anche per una persona che non abbia una formazione di tipo ingegneristico, venivano disegnati interi armadi di relè!

     

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