Dal punto di vista esterno un PLC si presenta come un armadietto (del tipo di quello rappresentato
nella slide a fianco, nel quale alloggiano una serie di moduli (o schede), la cui intercambiabilità
costituisce una delle caratteristiche fondamentali su cui si sono sviluppati questi dispositivi.
In genere le dimensioni fisiche di questi dispositivi sono direttamente proporzionali alla complessità
del controllo e alle potenze in gioco. Un PLC come quello rappresentato nella
slide può pilotare qualcosa come ‘1024 – 2048’ ingressi, ed è quindi destinato a
controllare un intero impianto di produzione (esattamente come facevano i
sistemi a relè, ma con occupazione di spazio decisamente maggiore).
A questo punto vediamo i moduli principali che compongono un PLC:
Armadio.
Il primo elemento che bisogna menzionare è certamente il box esterno, o “armadio”, che costituisce l'involucro entro cui
prendono posto tutti gli altri componenti del PLC. Questo componente, oltre a
costituire la struttura portante del dispositivo, provvede anche a distribuire alimentazione
e i bus di comunicazione, a tutti gli altri suoi elementi, attraverso una “cablatura” che unisce i vari
slot sistemati sul fondo del contenitore. La struttura modulare
per la connessione delle varie schede, è simile a quella presente sulla scheda
madre di un PC, ed è anche di estrema utilità, perché consente
l'immediata sostituzione di elementi rotti, o l’aggiunta (e la sostituzione)
dei vari elementi esterni impegnati nella movimentazione dell'apparato
controllato dal PLC, attraverso la semplice sostituzione, o aggiunta (in uno
slot rimasto eventualmente libero), della scheda corrispondente. Bisogna tener conto, infatti, che questo tipo di
schede sono realizzate in modo da contenere già tutti i circuiti necessari
(amplificatori, filtri, ecc) per consentire l'interazione corretta tra
il PLC ed il dispositivo esterno cui sono associate.

Modulo processore. La quantità di memoria necessarie al corretto funzionamento di in
un PLC è molto piccola, perché in realtà tutte le istruzioni che devono essere
eseguite, lavorano su operandi da un bit (come abbiamo visto dalle slide
precedenti, le operazioni seguite da un PLC sono molto semplici: ad esempio: “ risultato
= bit AND bit” o “risultato = bit OR bit”).
La limitatezza delle esigenze di memoria consente di racchiudere tutta la parte della gestione
intelligente del PLC (CPU centrale e tutti gli strumenti di base
necessari a questo scopo), in un modulo estraibile di dimensioni contenute (una
sorta di cassetto), come quello mostrato nelle slides a fianco. Sul
“frontalino” di questo modulo sono presenti in genere anche:
Un display a led, attraverso il quale viene fornita un'indicazione
dello stato in cui si trova l'elaborazione del dispositivo.
Una presa per
connessioni seriali, che consente
di collegare il PLC ad un computer ( per caricare i programmi, ricevere dati,
ecc).
Tutte le schede sistemate a fianco al “modulo processore” hanno il compito di realizzare l’interfacciamento tra il PLC
ed il mondo esterno; in altre parole, ognuna di loro si occupa della lettura
e/o scrittura degli stati, da o verso i dispositivi esterni ad esse
associati (si possono trovare schede che lavorano anche con tensioni
abbastanza elevate, secondo la natura dei dispositivi controllati).
Di solito questi moduli contengono anche una fila di led (disegnati in rosso nella slides)
sistemati sulla parte superiore del frontale della scheda, ad ognuno dei quali associato un canale di
ingresso/uscita in modo da consentire all'operatore di capire, istante per
istante, quale dei canali di quella scheda è attivato e quale non lo è. I led
sono utili soprattutto per operare una sorta di “debugging visuale”; ad
esempio nel caso in cui occorra andare a verificare il corretto funzionamento
del modulo processore o del modulo I/O (in questo secondo caso occorre,
ovviamente, aiutarsi con un “tester” per verificare l'effettivo stato delle
uscite).
Scheda d'alimentazione. Svolge lo stesso compito dell'alimentatore del PC
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